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Biologo Nutrizionista

La dieta non fa mantenere i risultati nel tempo

L’incremento ponderale, la condizione di obesità e sovrappeso, il dismetabolismo, non sono assolutamente fattori indipendenti e la scienza medica non deve limitarsi alla cura del singolo sintomo, piuttosto capire e comprendere la complessità di tali manifestazioni per agire alla base di cio’ che innesca l’insorgenza ed il perpetuarsi delle condizioni patologiche.  Lo stile di vita, le abitudini, l’ambiente, il carattere, l’indole, il temperamento, il contesto sociale, sono tutti elementi che possono determinare delle alterazioni sul comportamento alimentare oltre che sullo stato metabolico.

Da qui l’impostazione del mio lavoro sulla ricerca della consapevolezza, sul ripristino delle percezioni, sull’educazione, sull’ acquisizione di informazioni e eliminazione di nozioni errate e pregiudizi, sul mantenimento della motivazione… attraverso tecniche e strategie che non sempre possono essere le stesse per tutti. Ritengo che ogni persona abbia una espressione del se’ data dall’insieme di molteplici elementi; a volte questi elementi sono talmente disordinati, esagerati, carenti, sbagliati o inconsci, che hanno bisogno solo di essere riconosciuti affinchè la condizione alterata possa essere modificata. 

 Le persone con problemi di peso sono abituate a stare a “dieta” intesa come limitazione o regime, per tempi illimitati. Di solito sono persone che di diete cosi’ ne hanno fatte tante con risultati a volte eclatanti all’inizio ma alla fine fallimentari (recupero del peso con gli interessi, effetto yo-yo, sindrome dell’oscillazione dl peso).  Cio’  è dovuto proprio al concetto di “dieta” intesa come regime alimentare: il paziente tende ad interrompere il rapporto con il professionista quando ha raggiunto o parzialmente raggiunto il suo obiettivo, oppure continua a cambiare professionista se i risultati non sono soddisfacenti: una collezione di numerose tipologie di diete, iniziate e mai concluse…Anche il professionista tende a dimenticarsi che il vero successo di un intervento, non è la perdita di peso, ma il mantenimento del peso raggiunto nel tempo, e si parla di anni, non di mesi. Da parte del professionista ci dovrebbe essere una visione a lungo termine che prevede anche interventi sul “mantenimento” con una pianificazione degli incontri nel tempo, e questa visione dovrebbe essere condivisa fin da subito con il paziente, in modo tale che comprenda quanto reciproco impegno sia necessario per affrontare il suo problema e che non si esaurisce in poco tempo.

Alla luce di queste considerazioni, allora non dovremmo parlare di “dieta” ma di “comportamento alimentare”. Esistono comportamenti equilibrati o disfunzionali, restrittivi o compulsivi, razionali o emotivi che possono portare ad un alterata risposta dei propri fabbisogni in macro e micronutrienti, per non parlare dei veri e propri disturbi del comportamento alimentare (che spesso è proprio la "dieta" a promuovere). 

Riuscire a far riconoscere al paziente i comportamenti errati, farlo diventare consapevole, puo’ essere il primo passo per poter imparare a gestirli, o comunque, nei casi piu’ gravi, abbattere lo stigma e arrivare a riconoscere finalmente la necessità di affrontare il problema con altre figure specialistiche come lo psicologo o lo psichiatra.  

Questo, oramai da anni, è il mio intento principale ed il mio metodo di lavoro: rendere consapevole ed educare la persona ad avere condotte piu’ equilibrate, a modificare il proprio stile di vita e a far riconoscere, se presenti, la componente emotiva o psicologica che influenza il comportamento alimentare. Per farlo utilizzo il Diario Alimentare che, a seconda della persona che lo compila, diventa uno strumento unico e personalizzato attraverso il quale si affrontano i momenti critici (attraverso opportune tecniche comportamentali) e si valutano (rileggendo insieme il diario) i cambiamenti ottenuti (attraverso la sperimentazione delle strategie comportamentali concordate).

Il Diario viene consegnato a tutti i pazienti (tranne quelli per cui non è indicato e con cui adotto percorsi nutrizionali diversi) subito in prima visita, con le istruzioni per la compilazione e la personalizzazione. A volte puo’ essere necessario dare piccole “mansioni” in aggiunta alla compilazione, per iniziare fin da subito un percorso efficace,  per esempio alcune regole alimentari da seguire (limitazione degli zuccheri, dell’alcool, orari dei pasti, elenco delle fonti di nutrienti, iconografiche su dieta mediterranea e alimentazione sana ecc.), materiale informativo su particolari patologie, indicazioni su come e quanto idratarsi, impostazione di livelli di attività fisica, ecc.

Utilizzare il Diario Alimentare al fine di valutare alimentazione e comportamenti correlati, mi aiuta non solo per le problematiche relative al peso, ma anche per quelle metaboliche e patologiche, come le intolleranze, il diabete, i disturbi gastrointestinali, l’ipertensione, il colesterolo alto, la steatosi epatica, la malnutrizione per difetto, e in generale per tutte le patologie croniche dove l’intervento sui comportamenti e sullo stile di vita puo’ modificare e migliorarne la condizione. Il Diario Alimentare è utile anche per inquadrare e analizzare il reale introito in micro e macronutrienti ed il dispendio energetico di persone sportive che hanno bisogno di una risposta puntuale e precisa in termini di fabbisogno.Sempre il Diario Alimentare, è un ottimo ponte educazionale per i bambini, i preadolescenti e le loro famiglie: crea l’opportunità di confrontarsi in modo pacato ed equilibrato responsabilizzando e non colpevolizzando.Normalmente il Diario Alimentare è lo strumento che mi consente di effettuare un continuo monitoraggio degli sviluppi del cambiamento, per cui spesso lo utilizzo ad libitum, anche con la “dieta” e fin dall’inizio, a partire dalla prima visita: nei percorsi comportamentali, in particolare quelli relativi all'obesità e al sovrappeso,  dal diario è poi possibile passare alla dieta ipocalorica o ad un regime alimentare anche piu' rigido, ma sempre per tempi molto  limitati e sostenibili, per poi tornare al diario o ad un piano nutrizionale bilanciato a seconda della necessità, nell’ottica del mantenimento della motivazione e del raggiungimento degli obiettivi ma soprattutto del cambiamento del proprio comportamento per gettare le basi e mantenere i risultati in futuro.