silvia_ciani@hotmail.com    cel. 3397183595 

logo silvia ciani

Biologo Nutrizionista

la dieta low Fodmap e la Sindrome dell' Intestino Irritabile (IBS)

Di Alice Guazzini e Silvia Ciani

Per la Rubrica Alice in the WisdomLand, abbiamo preso in esame un articolo scientifico (Efficacy of a low-FODMAP diet in adult irritable bowel syndrome: a systematic review and meta-analysis - Eur J Nutr 60 , 3505–3522 (2021)) che ha riportato i risultati ottenuti da vari studi sugli effetti di una dieta a basso contenuto di Fodmap sulla Sindrome dell'Intestino Irritabile (IBS) . Questa Sindrome, è un disturbo funzionale gastrointestinale, contraddistinto da dolore addominale, gonfiore ed alvo alterno; colpisce circa l’1% della popolazione mondiale, in prevalenza le donne rispetto agli uomini.

La sua causa non è ancora del tutto compresa, ma si pensa che coinvolga l'ipersensibilità viscerale, l'infiammazione di basso grado, i cambiamenti nella motilità gastrointestinale, il microbiota intestinale e l'asse intestino-cervello.

Attualmente i trattamenti per l’IBS si basano su approcci multifattoriali incentrati principalmente sul trattamento dei sintomi, tra cui il trattamento dietetico specifico. Vi è un numero crescente di studi a sostegno dell’efficacia sulla remissione dei sintomi in pazienti con IBS della dieta LOW FODMAP. FODMAP è l’acronimo di Fermentable Oligossacharides (fruttani e galattani), Disaccharides (lattosio), Monosaccharides (fruttosio), And Polyols (alcol-zuccheri), cioè zuccheri, che in soggetti predisposti raggiungono l’intestino tenue dove sono scarsamente assorbiti, favoriscono il richiamo di acqua (perché sono osmoticamente attivi), sono il substrato di batteri a fermentazione rapida e provocano quindi i sintomi tipici dell’IBS come flatulenza, crampi e diarrea.

L'analisi degli studi effettuati ha portato ad avere i seguenti risultati: la dieta LOW FODMAP, rispetto ad una dieta di controllo non Fodmap, ha aumentato/migliorato i punteggi riguardo alla qualità della vita ed ha ridotto la gravità dei sintomi dell’IBS indistintamente in tutti i sottogruppi valutati, per aderenza, età, durata dell’intervento, sottotipo di IBS. Nonostante non siano state rilevate differenze importanti tra le varie diete per quanto riguarda la diversità del microbiota e i livelli di micronutrienti, 5 studi su 7 hanno evidenziato con il protocollo LOW FODMAP piccoli aumenti di vitamina A, β-carotene, vitamina B e selenio. In conclusione, la dieta LOW FODMAP riduce i sintomi gastrointestinali e migliora la qualità della vita nei soggetti con IBS rispetto ad altre diete di controllo, ma occorre studiare ulteriormente i possibili effetti a lungo termine di tali diete (che sono restrittive), sull’adeguatezza nutrizionale e sul microbioma intestinale.

Quindi, se si soffre di IBS, in accordo con le varie figure sanitarie (medico mmg, gastroenterologo, nutrizionista...), per la diminuzione della sintomatologia, potrebbe essere consigliabile seguire una dieta Low Fodmap, ma, essendo questa molto restrittiva ed essendo necessaria una valutazione dello stato nutrizionale nel lungo termine, occorre obbligatoriamente affidarsi ad uno specialista in nutrizione (medico, biologo, dietista) affinchè la dieta sia impostata in modo ottimale, e monitorata nel tempo.